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L'ABC di pensieri ed emozioni

Questo modello è alla base dell'orientamento Cognitivo-Comportamentale e spiega il funzionamento della nostra mente nell'elaborare gli eventi di vita: è utile perché ci aiuta a fare ordine, a schematizzare quello che ci accade. Ci fa capire come e perché reagiamo ad alcuni tipi di eventi, distanziandoci dalle emozioni travolgenti quanto basta per poterle provare in maniera più sana.

In breve: a farci sentire felici, ansiosi o depressi non sono gli eventi che ci accadono, ma il modo in cui interpretiamo gli eventi. Questa interpretazione è inconscia, e avviene sottoforma di pensieri, del tipo: ragionamenti, giudizi, previsioni sul futuro, che sono di solito inverosimili. Quando correggiamo questi pensieri con pensieri più razionali e verosimili, ci sentiamo meno ansiosi o meno depressi. Spesso è difficile individuare quali pensieri siano: un buon trucco consiste nel chiederci prima come ci sentiamo emotivamente, per poi domandarci quali pensieri o ragionamenti possono essere collegati a un evento che ci ha fatto provare quell'emozione.

Quando proviamo delle emozioni forti, tendiamo a credere che avvenga questo:

Succede qualcosa → reagisco in un certo modo a quel qualcosa.
Per esempio:

(A) Un'amica ignora il mio saluto (C) Mi rattristo / mi preoccupo / mi arrabbio

A : evento Attivante
C: Conseguenza emotiva

In realtà non è l’evento in sé a provocare le mie reazioni emotive, ma uno o più pensieri circa quell’evento.

Per esempio:

(A) Un'amica ignora il mio saluto (B) "Ce l'ha con me" / "mi odia" / "le ho fatto un torto" / "mi manca di rispetto" (C) Mi rattristo / mi preoccupo / mi arrabbio

A : evento Attivante
B: pensiero / convinzione (Belief)
C: Conseguenza emotiva

I pensieri (o ragionamenti, o dialogo interno, ecc.) sono spesso automatici, o inconsci, per questo non ci rendiamo conto di averli. In realtà ne abbiamo, e anche tanti! Spesso un pensiero ne genera tanti altri, catastrofici, disfattisti, critici, ecc. Individuando il pensiero “nascosto”, posso scoprire la causa del mio disagio, e di conseguenza “aggiustare” il pensiero irrazionale, sostituendolo con visioni più realistiche della realtà. Questo allevierà o eliminerà automaticamente il disagio.

Per esempio:

(A) Un'amica ignora il mio saluto (B) "Ce l'ha con me" / "mi odia" / "mi manca di rispetto" (B1, B2, ...) "Non mi ha visto/era distratta" / "Non mi ha riconosciuto" / "Non era dell'umore giusto, la prossima volta le chiederò se va tutto bene" (C) Sono solo un po' amareggiato

A : evento Attivante
B: pensiero / convinzione (Belief)
B1, B2, ...: Ristrutturazione cognitiva; pensieri alternativi “di risposta”, più verosimili, più razionali, che ricorrono alla logica corretta
C: Conseguenza emotiva


Come "aggiustare" i pensieri irrazionali: la ristrutturazione cognitiva

Una volta individuato il pensiero, cioè il ragionamento automatico che ci fa stare male, e che la maggior parte delle volte è irrazionale, possiamo “correggerlo” attraverso una disputa, cioè mettiamo alla prova la veridicità del pensiero, attraverso tre domande.

  1. Ho davvero le prove inconfutabili per dimostrare questo ragionamento? (ricerca di prove effettive)
  2. Qual è la cosa peggiore che potrebbe effettivamente accadere se fosse vero? (catastrofizzazione)
  3. Quanto mi è utile pensare questa cosa per affrontare al meglio questa situazione? (ristrutturazione pragmatica)

Quindi, ogni volta che ci sentiamo per esempio molto agitati o molto depressi, possiamo provare a individuare i pensieri inconsci che ci fanno stare così, e "ristrutturarli" in maniera più razionale. Questo meccanismo tende in generale a far sentire molto meglio le persone.